Recensione "L'Impero dei dannati" di Jay Kristoff
Nel cuore della notte, alcune storie non si raccontano: si sussurrano tra le rovine.

Ti do il benvenuto, viandante alla ricerca di storie leggendarie! Inauguro questa rubrica dedicata alle recensioni con l'ultima lettura che ho terminato: L’Impero dei Dannati di Jay Kristoff, secondo volume della saga Empire of the Vampire. Un viaggio oscuro, insidioso, e sorprendentemente umano.
Scheda del libro
Titolo originale: Empire of the Damned
Autore: Jay Kristoff
Traduzione italiana: Gabriele Giorgi
Editore: Mondadori, Oscar Fantastica
Genere: Dark fantasy / Horror / Epic
Serie: Empire of the Vampire #2
Pagine: 720
Data di uscita in Italia: 9 aprile 2024
Trama (senza spoiler)
Gabriel de León, l’ultimo Santo d'argento rimasto, continua il suo racconto sotto prigionia. Mentre l’intervistatore vampirico Jean-François annota ogni parola, la voce narrante ci trascina sempre più in profondità nei suoi ricordi: il suo viaggio in compagnia del Santo Graal si fa più pericoloso, e i confini tra verità e mito si assottigliano. Il mondo è ormai caduto sotto un’eterna notte, eppure, nelle pieghe del sangue e della vendetta, si insinua ancora la speranza.
Cosa ho amato

L’ambientazione:
Jay Kristoff costruisce un impero vampiresco che sembra una collisione tra un romanzo gotico e un album di musica metal illustrato (uno dei miei generi preferiti!). Cattedrali in rovina, conventi assediati, corti di non-morti e foreste infestate: ogni luogo è descritto con una cura pittorica che rende il viaggio immersivo e viscerale.
La voce narrativa di Gabriel:
Cinico, arrabbiato, ma anche incredibilmente fragile. Gabriel non è un eroe: è un relitto che affonda con onore. È difficile non empatizzare, anche quando fa scelte che non condividi. Il suo sarcasmo è un’armatura, e Kristoff lo sa usare con intelligenza.
Gli altri personaggi:
Phoebe, Celene, Dior crescono e si complicano. L’aggiunta di POV multipli arricchisce il quadro, mostrando le crepe dell’Impero e le ferite dei sopravvissuti. Il libro parla molto di famiglia, di fede e del peso delle storie tramandate.
Il ritmo:
In oltre 700 pagine, non c’è mai davvero un momento morto. Alterna dialoghi taglienti, flashback emotivi, sequenze d’azione coreografate con uno stile che sembra una serie Netflix cruda e barocca (ricorda un po' Castlevania).
Il tono oscuro, ma non vuoto:
Sì, ci sono scene dure. Ma anche gesti piccoli e pieni d’anima: un abbraccio, una preghiera detta a denti stretti, una promessa spezzata. In questo, Kristoff eccelle nel mostrare la luce negli angoli più neri.
Le parti di politica vampirica:
Le trame di potere tra le casate, gli intrighi, le alleanze precarie e le vecchie guerre sotterranee sono tra gli aspetti che ho trovato più affascinanti. Offrono un respiro epico alla storia e rendono il mondo ancora più vivo e stratificato.
Cosa non mi ha convinta
Il sarcasmo a volte stanca:
Gabriel ha sempre la battuta pronta, ma non tutti i momenti la richiedono. In alcune scene emotivamente forti, l’ironia spezza l’atmosfera invece di intensificarla.
Il finale (ovviamente senza spoiler):
Mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca. Non tanto per la scrittura, impeccabile come sempre, ma perché mi aspettavo un colpo di scena più coraggioso. Kristoff è noto per spiazzare il lettore (come ha già fatto nelle altre serie), ma qui sembra trattenersi. Avrei voluto che osasse di più.
Meno colpi di scena rispetto al primo volume:
L’Impero del Vampiro aveva un ritmo narrativo più imprevedibile, con twist che ti facevano mettere il segnalibro di traverso e fissare il vuoto. Qui ho trovato la narrazione meno sorprendente. Coinvolgente, sì, ma più prevedibile (e il finale ne è un esempio).
A chi lo consiglio
A chi cerca un fantasy adulto, profondo, con atmosfere gotiche, personaggi tormentati e una narrazione che non fa sconti. Se ti piace l’azione, la tragedia, il tema della fede e il dubbio morale, qui troverai pane (e sangue) per i tuoi denti.
Non lo consiglierei invece a chi cerca un tono leggero, comfort fantasy o storie con struttura più lineare.
La mia valutazione
4 stelline e mezzo su 5.
Un degno successore del primo volume, più maturo, più crudele, ma anche ricco di emozione. Jay Kristoff si conferma uno dei miei autori preferiti (ho amato anche la serie di Nevernight!). Se il terzo manterrà questo livello, potremmo avere una delle migliori saghe fantasy degli ultimi anni.
Frasi che mi hanno trafitta
“Una vita senza libri è una vita non vissuta. Dentro di essi si può trovare una magia come nessun'altra. Aprire un libro è come aprire una porta... su un altro luogo, su un altro tempo, un'altra mente.”
"Vivere è rischiare. Temere e cadere. Un uomo deve danzare sui denti del drago per rubargli il fuoco dalla lingua. Molti ci provano e vengono bruciati vivi. Ma è meglio ballare e cadere che non aver mai ballato.”
Ti piacciono le storie oscure con avventure epiche e piene di colpi di scena?
Allora la book sleeve "Villaggio fantasy" fa decisamente per te.
Ci vediamo presto, viandante: la Bottega custodisce molti altri tomi da scoprire!